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  n° 12 - Ottobre 2012

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Non solo rapaci

Numerose specie ornitiche frequentano l'area naturale protetta

Fin dall’antichità l’uomo ha provato grande attrazione verso alcuni comportamenti animali, primo fra tutti la migrazione. Infatti, il fenomeno per cui queste creature compiano lunghi spostamenti per poi occupare di nuovo le terre lasciate, resta ancora oggi affascinante e, per alcuni aspetti, non del tutto chiarito. L’area del Beigua è ormai nota da molti anni per la sua importanza nella migrazione dei Rapaci diurni, ma non tutti sanno che vi transitano numerosissimi individui appartenenti a tante altre specie.

Dall’inizio di agosto molte popolazioni hanno infatti iniziato il percorso che le porterà dai siti di nidificazione europei alle aree che offrono condizioni di svernamento più favorevoli, quali il bacino del Mediterraneo e le coste atlantiche di Spagna, Francia e Gran Bretagna piuttosto che l’Africa sub-sahariana, dove sverna oltre il 40% delle specie nidificanti nell’Eurasia. A questa seconda categoria appartengono, ad esempio, alcune delle specie target del Beigua come il Calandro, svernante nella zona del Sahel ed in Asia sud-occidentale, ed il Codirossone, che trascorre l’inverno nell’Africa a sud del Sahara arrivando a sud-est fino alla Tanzania. Ad esse si aggiungono poi varie altre specie più o meno comuni, quali Gruccione, Torcicollo, Rondine, Codirosso comune, Sterpazzolina comune e di Moltoni, Beccafico, Balia nera, ….. In queste ultime settimane è cominciato anche l’intenso flusso migratorio delle specie che rimarranno nell’area mediterranea, come Pettirosso, Merlo, tordi, Capinera, Luì piccolo e Cincia mora.

A tutto ciò si aggiungono poi dati curiosi come, ad esempio, l’osservazione di una nuova specie per il Beigua, il Porciglione, avvenuta il 17 settembre nell’ambito delle indagini previste dal Progetto Co.R.E.M. presso l’area umida del Pian della Badia (Tiglieto GE); oppure la ricattura, il 25 settembre presso la Stazione di Inanellamento del “Centro Ornitologico e di Educazione Ambientale” di località Vaccà (Arenzano GE), di un Assiolo inanellato nella stessa località il 10 ottobre 2011. Questo soggetto, non essendo stato contattato in tutto il periodo compreso tra le date di inanellamento e ricattura, è probabile che frequenti l’area solo in questi giorni, dove sosterebbe durante il tragitto per raggiungere i suoi quartieri di svernamento.




Le testimonianze dei nostri antenati !

Il fantastico mondo delle incisioni rupestri nel Parco

E’ in dirittura d’arrivo il progetto denominato “valorizzazione dell’arte rupestre nel Geoparco del Beigua”. Tale progetto è stato avviato dall’Ente Parco due anni fa con l’obiettivo di realizzare e poter disporre di un censimento sistematico dei siti di interesse archeologico (incisioni rupestri, ripari, ecc.) presenti nel comprensorio del Geoparco del Beigua, allo scopo di tutelare meglio questo importantissimo patrimonio e di promuoverlo attraverso uno specifico percorso tematico archeologico, nonché materiali didattici e divulgativi dedicati.

Il progetto, particolarmente complesso ed articolato, ha comportato diverse fasi attuative: all’Istituto Internazione di Studi Liguri – Sezione Valbormida è stato affidato l’incarico di realizzare il censimento/catalogazione delle incisioni rupestri nel comprensorio del Beigua, nonché la redazione dei materiali divulgativi/didattici conseguenti allo studio sul terreno; all’Università di Genova - DIP.TE.RIS è stato affidato l’incarico di analizzare le caratteristiche geomorfologiche e geologiche dei siti in cui sono state ritrovate tracce dell’arte rupestre presente nel comprensorio.

Ad integrazione delle fasi di ricerca sul terreno e di censimento è stata prevista la realizzazione di un sentiero tematico a carattere archeologico, lungo il quale è possibile osservare riproduzioni, in dimensioni reali, di alcune tra le rocce incise più significative del comprensorio.




Il Parco del Beigua al Festival della Scienza

A Genova dal 25 ottobre al 4 novembre

Continuano le azioni promozionali per valorizzare le produzioni apistiche nel comprensorio del Beigua. Mantenendo fede alla tradizione anche quest’anno il Parco si presenta in bella mostra al Festival della Scienza, ospitato a Genova dal 25 ottobre al 4 novembre. Una presenza consolidata che nel 2012 si sdoppia. Si parla infatti del Parco del Beigua in due spazi ospitati all’interno degli allestimenti sul tema “Il gusto della biodiversità della terra”, presso il Centro Civico Buranello Auditorium di Via Nicolò Daste  8, a Sampierdarena. Il primo spazio è un laboratorio sensoriale dedicato alla filiera del miele imparando a conoscere il marchio di qualità più dolce, per coinvolgere poi il visitatore nella creazione di candele modellate con la cera d’api. Il secondo momento si articola in uno stand espositivo in cui sarà promosso il circuito di apicoltori che operano nel comprensorio del Beigua e che, nell’ambito del progetto RESMAR (Programma Marittimo Italia-Francia), stanno seguendo un processo di miglioramento ambientale delle proprie aziende.  


Il giro dei vicari in mtb

Sabato 3 Novembre - escursione in mountain bike

Facile percorso ad anello che si snoda nei boschi in veste autunnale di Giusvalla, interrotto da uno stupendo paesaggio rurale in cui dolci colline si alternano a piccole pianure, prati e pascoli.

Ritrovo: ore 9.30 presso loc. Cavanna – Giusvalla (SV)
Difficoltà: facile Durata
iniziativa: giornata intera
Ristoro: pranzo presso Ristorante "Miravalle" (a pagamento)
Costo escursione: gratuita

Iniziative finanziate all'interno nel progetto "Turismo attivo: Tuffati nel verde", cofinanziato dal STL "Italian Riviera" - Provincia di Savona 




Un, due, tre… mille funghi!

Domenica 4 Novembre - escursione micologica

Giornata dedicata alla scoperta dei funghi camminando tra castagni, roverelle e conifere.

In compagnia del Dott. Fabrizio Boccardo, illustratore, esperto micologo e autore di guide
del settore, sarà possibile riconoscere i diversi e variopinti funghi locali, commestibili e non commestibili.
Ritrovo: ore 9.00 presso p.zza Rolandi – Mioglia (SV)
Difficoltà: facile
Durata iniziativa: giornata intera
Ristoro: pranzo presso Ristorante Oddera (a pagamento)
Costo escursione: gratuita

Iniziative finanziate all'interno nel progetto "Turismo attivo: Tuffati nel verde", cofinanziato dal STL "Italian Riviera" - Provincia di Savona 




Aquila reale

La regina dei cieli del Beigua

Gli adulti hanno piumaggio di colore bruno con la testa “dorata” da qui il nome inglese di “Golden Eagle – Aquila dorata”, i giovani hanno grandi macchie bianche al centro delle ali e alla base della coda. Il suo peso varia dai 2,9 kg, ai 6,6 kg e la femmina è del 20% circa più grande del maschio. Possiede una apertura alare che può superare abbondantemente i due metri.

È uno dei rapaci più maestosi, volteggia nel cielo fino a quote anche molto elevate, sfruttando le correnti ascensionali e scrutando il suolo con la sua potentissima vista. Come tutti gli altri rapaci, infatti, possiede occhi che le consentono un'acutezza visiva almeno otto volte superiore a quella dell'uomo. Caccia su un territorio vastissimo, tra i 30 ed i 100 chilometri quadrati; si nutre di mammiferi quali, roditori, lepri, volpi, caprioli e spesso anche di carogne. Di solito la coppia caccia insieme e mentre un'aquila vola bassa per mettere paura alla preda l'altra dall'alto cerca di catturarla.

La coppia costruisce il nido all'interno del suo territorio, su rupi in luoghi tranquilli e poco frequentati dall’uomo, utilizzando grossi rami e tappezzandoli di ramoscelli e foglie fresche. Ogni coppia può avere diversi nidi: ogni anno ne sceglie uno che "restaura" aggiungendo rami e fronde. Vi vengono deposte di norma due uova ma spesso è solo uno dei pulli che riesce ad involarsi con successo. Molto spettacolare è la parata nuziale nella quale la coppia si esibisce in spettacolari evoluzioni; spesso la femmina compie un volo rovesciato mentre il maschio sembra piombarle sopra, a volte si possono osservare scambi di preda in volo o giri della morte.




Escursione ad anello tra Masone ed il Bric del Dente

Il sentiero consigliato nella Val Masone

punto di partenza: Piazza del Comune, Piazza 75 Martiri, seguendo la via Cascata del Serpente.

durata: 5 ore circa

difficoltà: escursionisti medi

Il percorso, che inizia con il segnavia (tre bolli gialli in linea) nel primo tratto segue la strada asfaltata. Superato il sottopasso dell’autostrada, si prosegue sino alla Loc. Savoi dove sono presenti i resti della seicentesca cartiera Savoi. Si prosegue, quindi, lungo il fondovalle del Rio Masone.

Una breve deviazione sulla destra conduce alla postazione panoramica sulla spettacolare Cascata del Serpente. Presso questo sito è inoltre possibile visitare un breve ma interessante “percorso botanico”, dotato di pannelli che illustrano le specie vegetali arboree e arbustive più significative della Val Masone. Poco oltre la strada asfaltata lascia il posto ad una sterrata che conduce all’interno della Foresta Demaniale di Tiglieto fino alla Cascina Troia (620 mt. s.l.m.), piccolo ma accogliente riparo (accessibile tutto l’anno) attrezzato con tavoli, panche e “ciappe” per il barbecue.

Il sentiero continua in salita attraverso un folto bosco di roveri e faggi sino al punto panoramico sul Bric Dentino o Bric Saliera, così chiamato perché un tempo era presente un’antica saliera.

Per salire al Bric Dente (posto alla quota di 1107 mt. s.l.m) si deve seguire il segnavia (triangolo giallo vuoto). Raggiunto il Bric del Dente si prosegue l’itinerario proposto scendendo lungo il sentiero segnato con ( due più rossi) fino alla Sella del Barnè, per poi seguire il segnavia che indica l’Alta Via dei Monti Liguri e che porta fino al Bric Geremia. Da qui una piccola deviazione (segnavia: ) consente di raggiungere il Forte Geremia – antica struttura militare costruita nel 1890, recentemente ristrutturata ed adibita a struttura ricettiva.

Per tornare a Masone da questo punto, si presentano due alternative: seguire il sentiero contraddistinto da due rombi gialli vuoti  che porta al paese in circa 1 ora e 30 minuti oppure rimanere in quota sino alla Cappelletta di Masone (a quota 642) e seguire l’antica via della Cannellona indicata con (linea gialla e due bolli gialli) sino a Masone.



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