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Biodiversità

Sebbene l'estinzione delle specie sia un fenomeno naturale, l'intervento dell'uomo, in particolare con la deforestazione, l'urbanizzazione selvaggia e in generale con un modello di sfruttamento del territorio incompatibile col rinnovamento delle risorse naturali, ha amplificato questo fenomeno di migliaia di volte. Le conseguenze di questa erosione della biodiversità saranno certamente gravissime in quanto le numerose specie di animali, di piante e di microrganismi, in gran parte ancora da scoprire, sono fonte potenziale di una ricchezza da utilizzare sotto la forma di sostanze medicinali, alimenti e altri prodotti di riconosciuta importanza sociale ed economica.

La conservazione della biodiversità è perciò un imperativo etico perché rappresenta non solo un bene da difendere e da trasmettere alle generazioni future per il miglioramento della qualità della vita, ma anche un bene in sé stesso, che ha il diritto alla propria esistenza.

Per conservare la biodiversità e garantire un'equa distribuzione dei vantaggi derivanti dalla biodiversità stessa tra i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, nel corso della Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 è stato steso il testo della Convenzione sulla Diversità Biologica, che il nostro Paese ha sottoscritto nel 1993 e a cui hanno aderito finora circa 170 Paesi. Il Piano, che qui di seguito viene presentato, è un atto dovuto in ottemperanza agli impegni assunti con la sottoscrizione della Convenzione, con la successiva legge 14 febbraio 1994 n.124 "Ratifica ed esecuzione della convenzione sulla biodiversità, con annessi, fatta a Rio de Janeiro il 15 giugno 1992" e con la successiva Deliberazione 16 marzo 1994 del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica in "Approvazione delle linee strategiche per l'attuazione della Convenzione di Rio de Janeiro e per la redazione del Piano Nazionale sulla Biodiversità"

La conservazione della natura nell'Unione europea

In ambito Europeo le Direttive Comunitarie 79/409/CEE "Uccelli" e 92/43/CEE "Habitat" hanno, per i loro campi d'applicazione, la finalità di conservare la diversità biologica attraverso una serie di azioni tra le quali la creazione, sancita dalla 92/43, a livello europeo, di una serie di zone di conservazione che nel loro complesso formano una rete che viene chiamata "RETE NATURA 2000".
La realizzazione della rete avviene innanzitutto sulla base di dati e informazioni scientifiche, e ha permesso, tra l'altro, il primo grande sforzo di raccolta standardizzata delle conoscenze naturalistiche, finalizzato alla conservazione della biodiversità in Europa.

L'obiettivo della Direttiva è però più vasto della sola creazione della rete, avendo come scopo dichiarato di contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante attività di conservazione non solo all'interno delle aree che costituiscono la rete Natura 2000 ma anche con misure di tutela diretta delle specie la cui conservazione è considerata un interesse comune di tutta l'Unione.

La Direttiva "Habitat" ha creato per la prima volta un quadro di riferimento per la conservazione della Natura in tutti gli Stati dell'Unione. In realtà però non è la prima Direttiva comunitaria che si occupa di questa materia. E' del 1979 infatti un'altra importante Direttiva, che rimane in vigore e si integra all'interno delle previsioni della Direttiva Habitat, la cosiddetta Direttiva Uccelli 79/409/CEE, concernente la conservazione delle specie di uccelli selvatici.
La Direttiva "Uccelli" prevede una serie di azioni per la conservazione di numerose specie di uccelli, indicate negli allegati della Direttiva stessa, e l'individuazione da parte degli Stati membri dell'Unione di aree da destinarsi alla loro conservazione, le cosiddette Zone di Protezione Speciale (ZPS).

La conservazione della biodiversità europea viene realizzata tenendo conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali. Ciò costituisce una forte innovazione nelle politiche del settore in Europa. In altre parole si vuole favorire l'integrazione tra la tutela di habitat e specie animali e vegetali e le attività economiche e con le esigenze sociali e culturali delle popolazioni che vivono all'interno delle aree facenti parte della rete Natura 2000.

La conservazione della natura nel Parco del Beigua

Come previsto dalla legge quadro sulle Aree Protette 394/91, i parchi hanno come obiettivo prioritario quello di conservare le risorse naturali, in accordo con le attività socio-economiche delle popolazioni locali. In questo contesto le aree protette si integrano sinergicamente con la Rete Natura 2000 e divengono laboratori di eccellenza dove si sperimenteranno le più avanzate strategie di tutela attiva del territorio, per la gestione dei Siti e la conservazione delle entità per le quali i Siti stessi sono stati creati.

Dafne
Dafne
(foto di PR Beigua)
Lupo
Lupo
(foto di Campora Cotalasso)
Prateria montana
Prateria montana
(foto di PR Beigua)
Capriolo
Capriolo
(foto di Ilaria Mangini)
Drosera rotundifolia
Drosera rotundifolia
(foto di Cristiano Queirolo)
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