Nel sito è visibile un bell'esempio della trasgressione marina (avanzamento di un mare su terre emerse) su rocce serpentinitiche del substrato (vedi Inquadramento Geologico dell'area). Le prime tracce di tale evento sono generalmente costituite da biocostruzioni a coralli, impostate direttamente sulle serpentiniti del substrato vistosamente modellate dall'azione marina. Queste biocostruzioni furono poi soffocate da depositi grossolani di sedimenti trasportati dai fiumi.
Grazie alle faune fossili trovate negli strati superiori si è potuto stabilire che il mare subì un graduale approfondimento: i coralli, i macroforaminiferi e i molluschi rinvenuti sono tipici di un mare più profondo.
Il sito è molto interessante per la vistosa presenza di colonie coralline di grandi dimensioni in buono stato di conservazione, spesso seppellite in posizione di vita; queste caratteristiche, unite all'ottima esposizione e alla messa in evidenza grazie al dilavamento superficiale, lo qualificano come uno dei giacimenti più significativi di corallofaune oligoceniche dell'Italia nord-occidentale. Si tratta prevalentemente di forme massive (Michelottiphyllia, Stylocoenia, Hexastrea, Favia, Actinacis, Antiguastrea, Astreopora, Diploria e Cyatoseris) con più rare (sempre frammentate) forme ramose (Stylophora).
Nella parte più alta dell'affioramento, nelle arenarie fini e poco cementate, al di sopra delle colonie di coralli sono molto abbondanti e facilmente individuabili macroforaminiferi (Nummulites e lepidocyclinidi) ed alghe calcaree rosse (Corallinales), oltre a più rari resti di bivalvi, gasteropodi, echinoidi, serpulidi e briozoi.